Filma il parco della sua infanzia in provincia di Catania, i commenti sono una coltellata al cuore: “Quanti ricordi”.

In provincia di Catania esiste un luogo che ha segnato la vita di intere generazioni, ma che oggi versa in uno stato di totale abbandono. Il Parco Jungo di Giarre rappresenta un caso emblematico di come il patrimonio culturale e sociale di una comunità possa essere lasciato nell’oblio. A raccontare questa storia malinconica ci ha pensato @visit_giarre, che attraverso un video documentario ha mostrato ciò che resta di quello che un tempo era il cuore pulsante della vita sociale della città siciliana.

Le immagini parlano chiaro: alberi incolti, panchine abbandonate, strutture fatiscenti e una generale sensazione di incuria caratterizzano oggi uno spazio che doveva essere dedicato all’aggregazione e al divertimento. Il contrasto con il passato glorioso del parco è stridente e doloroso per chi lo ha vissuto nei suoi anni d’oro. Solo una piccola porzione, il parco giochi installato circa tre anni fa, risulta ancora accessibile al pubblico, mentre tutto il resto giace dimenticato.

Storia e identità del Parco Jungo di Giarre

Il Parco Jungo non era semplicemente un’area verde attrezzata con giochi per bambini. Si trattava di un vero e proprio polo culturale dove la comunità si ritrovava per eventi di ogni tipo. Durante l’estate, lo spazio ospitava serate affollate con spettacoli, saggi e recite per bambini, oltre alla tradizionale benedizione delle Palme. La ludoteca, gestita da una figura che i residenti ricordano ancora con grande affetto, rappresentava un punto di riferimento sicuro dove intere generazioni hanno trascorso pomeriggi indimenticabili.

Il video di @visit_giarre mostra un tour tra i resti del parco, con un tono che mescola nostalgia e amarezza. Chi racconta cammina attraverso le varie aree, indicando luoghi che un tempo erano pieni di vita e che oggi sono completamente inaccessibili. La sensazione che emerge è quella di una perdita profonda, non solo materiale ma anche identitaria per l’intera comunità di Giarre.

Abbandono dei parchi storici in provincia di Catania

La situazione del Parco Jungo non rappresenta un caso isolato nella zona. Altri parchi storici della provincia catanese hanno subito la stessa sorte: il parco di Macchia e quello di San Giovanni, che negli anni passati erano sempre aperti e frequentatissimi durante le serate estive, oggi risultano chiusi e lasciati al degrado. Si trattava di luoghi dove si organizzavano persino discoteche all’aperto ed eventi che animavano le notti siciliane, creando opportunità di socializzazione e divertimento per giovani e famiglie.

Questo fenomeno riflette una problematica più ampia che colpisce molte località italiane, dove il patrimonio locale viene lasciato deperire nonostante il suo enorme valore storico e affettivo. La mancanza di manutenzione e investimenti ha trasformato questi spazi da luoghi di aggregazione a simboli malinconici di un’epoca passata che sembra non poter più tornare.

@visit_giarre

PARCO JUNGO, tra ricordi, ludoteca, spettacoli, giostre e decadenza 🎡 #visitgiarre #lavocesocialdigiarre #giarre #parcojungo #parcojungogiarre @EMME ADV @Fortunato Napoli

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Hai un ricordo di un parco della tua infanzia abbandonato?
Sì ed è straziante rivederlo
Sì ma non ci torno mai
No il mio è ancora aperto
No non frequentavo parchi
Voglio vedere com'è ora

Reazioni della comunità sui social media

Il video pubblicato da @visit_giarre ha generato una risposta emotiva fortissima, con oltre 265 commenti carichi di nostalgia e indignazione. Molti utenti hanno condiviso ricordi personali legati a quel luogo magico: “Quando ero piccola andavo sempre, era bellissimo”, scrive qualcuno con evidente commozione. Altri raccontano di come ci andassero in bicicletta da ragazzini, quando il parco era ancora nuovo e splendente, o di come le proprie figlie abbiano fatto saggi e recite in quello stesso posto.

La nostalgia si mescola all’indignazione per l’abbandono. “È una coltellata vederlo così”, commenta un utente che ricorda le serate estive sempre piene di persone. Un altro scrive: “Quanti ricordi in quel parco, in quella ludoteca. Quanto affetto, divertimento vissuto in quel posto. Che colpo al cuore”. Molti conservano ancora foto di quando erano bambini, vestiti da Carnevale durante gli eventi speciali che si organizzavano regolarmente in quel luogo che oggi non esiste più.

Patrimonio culturale locale e memoria collettiva siciliana

Il Parco Jungo è diventato, suo malgrado, il simbolo di una crisi più ampia che ha colpito l’intera città di Giarre. La comunità descrive la cittadina siciliana come “morta e abbandonata a se stessa”, con spazi che un tempo erano vitali ora ridotti al silenzio e all’incuria. Non si tratta solo di strutture in degrado, ma di identità collettiva, di radici e di appartenenza che vengono cancellate.

Il parco rappresenta per molti giraresi “l’adolescenza”, “l’infanzia”, un periodo della vita in cui tutto sembrava possibile e la felicità era a portata di bicicletta. Vedere questi luoghi ridotti in macerie provoca una sensazione di perdita che va oltre il semplice degrado urbano. È come se una parte della propria storia personale venisse cancellata, lasciata marcire sotto le erbacce e la ruggine. La domanda che molti si pongono è semplice ma urgente: cosa aspettano le istituzioni a restituire dignità a questo spazio?

La viralità del contenuto di @visit_giarre dimostra quanto il tema della conservazione del patrimonio culturale locale tocchi profondamente gli italiani. Il video, con il suo tono sobrio e documentaristico, riesce a catturare perfettamente questa dimensione emotiva, trasformando un semplice tour in un vero e proprio atto di testimonianza. Resta da capire se questo grido d’allarme digitale riuscirà a sensibilizzare chi ha il potere di intervenire per restituire a Giarre un pezzo fondamentale della sua identità.

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