Stasera in tv Massimo Troisi e Roberto Benigni insieme: il cult che tutti citano ma in pochi hanno davvero capito

In sintesi

  • 🎬 Non ci resta che piangere
  • 📺 Rete 4 HD alle 21:25
  • 🕰️ Commedia cult diretta e interpretata da Massimo Troisi e Roberto Benigni, in cui due uomini comuni si ritrovano catapultati nel 1492 e vivono avventure surreali tra paradossi temporali, incontri con personaggi storici e gag improvvisate, diventando un classico intramontabile della comicità italiana.

Massimo Troisi, Roberto Benigni, Non ci resta che piangere. Bastano tre entità così forti per accendere la curiosità di chiunque ami il cinema italiano. E stasera, 29 dicembre 2025, su Rete 4 HD alle 21:25, torna uno dei titoli più iconici, citati e amati di sempre: la commedia fantastica che ha unito due geni comici in uno dei loro momenti più liberi e irripetibili.

Perché rivedere oggi Non ci resta che piangere?

La regia congiunta di Troisi e Benigni è uno dei rari casi in cui due linguaggi comici diversissimi riescono a convivere in modo naturale. Da una parte l’ironia malinconica e il ritmo lento, quasi trattenuto, di Troisi; dall’altra l’energia imprevedibile di Benigni, che trasforma ogni scena in una miccia pronta a esplodere. La storia del maestro Saverio e del bidello Mario, catapultati per errore nel 1492, resta un gioiello di comicità surreale, capace di parlare a chi ama i paradossi temporali, a chi adora le commedie d’autore e a chi cerca quella magia che oggi il cinema regala sempre meno.

È incredibile quanto questo film del 1984 continui a dialogare con l’immaginario contemporaneo. Nonostante il budget ridotto, la fotografia semplice e l’ambientazione rurale, la sua forza sta nei dialoghi e nell’assurdo ragionato che anticipa tanti elementi della cultura pop moderna. Prima che Hollywood rendesse mainstream i viaggi nel tempo, Troisi e Benigni li trattavano come un gioco di fantasia in cui la storia non è un terreno sacro, ma un luogo da esplorare con la stessa ingenuità di due bambini curiosi.

Le scene cult di Non ci resta che piangere che hanno segnato una generazione

L’incontro con Leonardo da Vinci è uno dei momenti più nerd della commedia italiana. Vedere Saverio e Mario tentare di spiegargli il videotelefono o il concetto di “circa quattrocento colpi al minuto” è diventato un rito collettivo per chi apprezza l’umorismo che nasce dal fraintendimento culturale. Senza contare la mitica lettera a Savonarola, una gag che ancora oggi circola sui social senza perdere un grammo della sua genialità. È un perfetto esempio di come i due attori usassero l’improvvisazione come linguaggio narrativo: nessuna battuta è lasciata al caso, e al tempo stesso nessuna è rigidamente impostata.

  • Il viaggio in Spagna per fermare Cristoforo Colombo: una delle idee più folli e coraggiose della commedia italiana.
  • La scena dello “schiaffo a Vitellozzo”: simbolo dell’improvvisazione pura, diventata cult grazie alla risposta spontanea di Carlo Monni.

Rewatch dopo rewatch si notano dettagli nuovi, battute che da ragazzini non si colgono, ma che da adulti brillano. La critica sociale, seppur mascherata da gioco leggero, è ovunque: la burocrazia che non cambia mai, l’incapacità tutta italiana di prendere decisioni nette, l’amicizia che resiste ai paradossi temporali e la storia che, per quanto possiamo sforzarci, non accetta scorciatoie.

Il valore culturale di un classico

Non ci resta che piangere non è solo un film: è un pezzo di DNA collettivo. Ha plasmato catchphrase, meme ante litteram, persino un modo di concepire la comicità. L’Italia degli anni ’80, piena di slanci e contraddizioni, trova qui una sintesi perfetta. Eppure la sua forza non appartiene a un’epoca: è un’opera che funziona anche oggi perché racconta due persone comuni che reagiscono all’impossibile come reagiremmo noi. Non ci sono supereroi, non c’è tecnologia avanzata, solo due uomini che provano a cavarsela con ironia, gentilezza e una buona dose di improvvisazione. Una filosofia molto più moderna di quanto sembri.

Troisi e Benigni, all’epoca giovani e in piena ascesa, qui creano un equilibrio artistico che non si ripeterà mai più. È un film che porta con sé una leggerezza malinconica e un’energia anarchica che oggi fanno quasi commuovere, perché raccontano un momento irripetibile della creatività italiana. L’incontro con personaggi storici come Leonardo e Colombo non ha la pretesa della fedeltà, ma la libertà della fantasia pura. E proprio questa libertà lo rende immortale.

Stasera vale la pena riscoprire questo viaggio nel tempo che riesce, a ogni visione, a parlare del nostro presente. E se siete tra quelli che lo conoscono a memoria, preparatevi comunque a ridere come la prima volta: certi film non invecchiano mai davvero.

Quale scena di Non ci resta che piangere citi più spesso?
Leonardo e il videotelefono
La lettera a Savonarola
Lo schiaffo a Vitellozzo
Fermare Cristoforo Colombo
Il mi scusi oste

Lascia un commento