Quando i nipoti entrano nell’adolescenza, gli equilibri familiari subiscono una trasformazione profonda che spesso coglie impreparati. Le nonne, che hanno accompagnato i bambini durante l’infanzia con presenza costante e amorevole, si trovano improvvisamente di fronte a dinamiche completamente diverse. I genitori rivendicano con maggiore fermezza il proprio ruolo educativo proprio nel momento più delicato della crescita, mentre le nonne faticano a comprendere perché il loro contributo venga percepito come interferenza anziché come supporto prezioso. Questa frizione genera sofferenza emotiva da entrambe le parti e, soprattutto, crea nei ragazzi un disorientamento che complica ulteriormente un periodo già difficile.
Perché l’adolescenza amplifica i conflitti intergenerazionali
L’adolescenza rappresenta il momento in cui i genitori devono affrontare sfide educative completamente nuove: la gestione dei social media, le uscite serali, le prime relazioni sentimentali, le scelte scolastiche che influenzeranno il futuro. Secondo gli studi di psicologia dello sviluppo, tra i 12 e i 18 anni il ragazzo costruisce la propria identità anche attraverso la negoziazione dei confini con le figure adulte. Proprio in questa fase critica, quando i genitori cercano di stabilire regole coerenti e sostenibili, l’intervento delle nonne può essere vissuto come una messa in discussione della loro autorità.
Le nonne, dal canto loro, portano l’esperienza di aver già cresciuto dei figli e spesso percepiscono come eccessivamente rigide o, al contrario, troppo permissive le scelte educative della generazione successiva. Questa divergenza di vedute non riguarda solo i metodi, ma tocca valori profondi legati al proprio modo di aver esercitato la genitorialità.
Il triangolo emotivo che destabilizza gli adolescenti
I ragazzi adolescenti possiedono una sensibilità particolare nel captare le tensioni familiari non dette. Quando percepiscono che la nonna disapprova le decisioni dei genitori, anche senza esplicite verbalizzazioni, si creano alleanze implicite dannose. Alcuni nipoti imparano rapidamente a manipolare queste fratture, ottenendo dalla nonna ciò che i genitori hanno negato. Altri, invece, si trovano lacerati tra la lealtà verso i genitori e l’affetto verso la nonna, vivendo un conflitto interiore che aumenta lo stress già tipico di questa fase.
La ricerca sulla psicologia familiare evidenzia come i messaggi educativi contraddittori compromettano lo sviluppo dell’autoregolazione negli adolescenti. Quando un genitore stabilisce un limite e la nonna lo mina, il ragazzo non impara a gestire la frustrazione né a sviluppare responsabilità personale.
Le radici profonde del sentirsi escluse
Il dolore delle nonne che si sentono marginalizzate merita attenzione e comprensione. Spesso hanno investito anni nell’accudimento dei nipoti piccoli, rappresentando un punto di riferimento affettivo fondamentale. L’adolescenza porta naturalmente i ragazzi a distanziarsi emotivamente, a preferire i coetanei, a vergognarsi persino dell’affetto manifestato pubblicamente. Questo allontanamento fisiologico viene talvolta interpretato dalle nonne come conseguenza dell’esclusione operata dai genitori, quando invece fa parte del normale processo di individuazione.
Alcune nonne vivono una fase personale di vulnerabilità: la pensione, eventuali problemi di salute, la perdita di ruoli sociali significativi. Il rapporto con i nipoti diventa quindi ancora più centrale per il proprio senso di identità e utilità, rendendo particolarmente dolorosa qualsiasi percezione di marginalizzazione.
Strategie concrete per ricostruire l’alleanza educativa
Per i genitori: includere senza cedere responsabilità
Spiegare alla nonna le motivazioni profonde delle scelte educative, condividendo eventuali preoccupazioni specifiche legate al figlio adolescente, la trasforma da spettatrice critica a confidente consapevole. Non si tratta di chiedere permesso, ma di creare comprensione autentica attraverso una comunicazione preventiva e trasparente.

Identificare aree in cui la nonna può esercitare liberamente il proprio stile, senza che questo crei contraddizioni dannose, è fondamentale. Le tradizioni culinarie, la trasmissione di memorie familiari, l’insegnamento di abilità specifiche rappresentano terreni in cui può brillare senza interferire con le regole educative fondamentali. Valorizzare pubblicamente il suo ruolo fa sì che gli adolescenti sentano i genitori riconoscere esplicitamente il valore della nonna, non solo affettivo ma anche educativo.
Per le nonne: evolversi nel ruolo senza perdere autenticità
Il ruolo della nonna con nipoti adolescenti cambia radicalmente: non più accudimento primario ma presenza discreta, disponibilità all’ascolto senza giudizio, offerta di prospettive diverse senza imposizione. Gli studi sulla relazione nonni-nipoti evidenziano come nell’adolescenza il valore maggiore risieda nell’essere “porto sicuro” emotivo piuttosto che figura normativa.
Quando emergono preoccupazioni legittime riguardo al nipote, esprimerle privatamente ai genitori anziché direttamente al ragazzo evita di creare triangolazioni dannose. Usare formule come “ho notato che… cosa ne pensate?” anziché “secondo me dovreste…” mantiene il rispetto delle gerarchie familiari. L’adolescente che si distanzia non ama meno: sta semplicemente crescendo. Questa fase permette di costruire un rapporto nuovo, più paritario, che diventerà ancora più prezioso nell’età adulta.
Quando serve un intervento esterno
Alcune situazioni richiedono il supporto di un professionista. Se le tensioni compromettono seriamente il benessere dell’adolescente, se i conflitti sfociano in rotture relazionali prolungate, se emergono alleanze che escludono sistematicamente uno dei genitori, la consulenza di un terapeuta familiare può facilitare la ricostruzione di dinamiche funzionali. La mediazione familiare rappresenta uno strumento prezioso per ristabilire canali comunicativi interrotti e negoziare accordi espliciti sul coinvolgimento della nonna nell’educazione dei nipoti adolescenti.
Costruire ponti anziché muri
Le tensioni tra genitori e nonne riguardo all’educazione degli adolescenti nascono quasi sempre da intenzioni positive: tutti vogliono il bene dei ragazzi. Trasformare questa energia potenzialmente conflittuale in collaborazione autentica richiede umiltà da entrambe le parti, disponibilità a ridefinire ruoli consolidati e, soprattutto, capacità di mettere al centro i veri protagonisti: gli adolescenti, che hanno bisogno di adulti uniti, non di campi contrapposti.
La famiglia multigenerazionale rappresenta una ricchezza quando ogni componente trova il proprio spazio senza invadere quello altrui. Gli adolescenti che crescono vedendo genitori e nonni collaborare con rispetto reciproco imparano lezioni fondamentali: che le relazioni richiedono negoziazione continua, che il conflitto può essere gestito costruttivamente, che l’amore si manifesta anche nel saper fare un passo indietro quando necessario.
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